Ciao, sono Irisa

MIA MADRE RIMASE INCINTA

di me quando aveva 39 anni e già una figlia di 17 anni. Mio padre non era d’accordo nel proseguire la gravidanza e le consigliò di abortire. Mia madre invece, proprio in quei giorni si stava avvicinando alla fede cristiana e aveva cominciato a frequentare una chiesa evangelica, grazie a una sua amica che la invitava. Forse fu proprio grazie a questa nuova esperienza con Dio che la decisione di mia madre fu quella di non abortire.

Crebbi con un padre autoritario e forte, e una madre mansueta che io consideravo debole. Lui non voleva che mia madre andasse in chiesa, e i due avevano spesso questioni a motivo della fede di lei.

LA MALATTIA

diagnosticata a entrambi i miei genitori quando io ero ancora adolescente era di quelle che non lascia scampo. Mia madre superò il tumore grazie alle cure mediche. Mio padre durante la malattia divenne più morbido nelle posizioni riguardo la fede. Si avvicinò a Cristo, alla Bibbia, alla comunità evangelica frequentata dalla mamma. In seguito accettò Gesù come Salvatore e mi disse: non esser dura come lo sono stato io, ma ricevi Cristo mentre sei giovane! Mio padre morì e io mi ribellai non accettando tutto questo dolore. Consideravo Dio quale responsabile anche della malattia di mia madre. Resistevo alla voce di Dio e cercavo di farmi la mia vita, uscendo con amici. A volte mi ubriacavo e tra momenti felici e tristi, ci fu anche il pensiero di farla finita. Tentai il suicidio, ma Dio non permise la mia morte. Come uscire da questo disagio e dalla sofferenza?

LA SVOLTA

arrivò una sera. Avevo il cuore triste ma levai una breve preghiera: Dio non posso andare avanti così… se ci sei intervieni. Quella notte dormii benissimo e la mattina dopo ero un’altra ragazza. Mia madre se ne accorse subito.

Anche gli psicologi dai quali ero in cura confermarono che stavo bene e non avevo più bisogno di andare nei loro studi medici.

All’epoca di questi fatti avevo 24 anni. Dio cominciò a parlarmi e sentivo da parte sua una spinta a iscrivermi all’università. Sembrava una cosa strana, perché avevo già un buon lavoro, ma fui ubbidiente e mi licenziai per imparare lingue. Le mie amiche mi presero per pazza e mia madre non era convinta che dovevo lasciare un lavoro sicuro per una facoltà che non mi avrebbe garantito un buon lavoro. Decisi allora a modo di compromesso, di scegliere di studiare la lingua cinese visto gli scambi commerciali sempre più intensi con quella nazione.

Ma durante la prima lezione un nodo allo stomaco mi fece capire che non era quella la lingua per me.

Ancora Dio mi parlava facendomi capire che non era quella la lingua che dovevo imparare. Dio per così dire stava “affinando la ricerca”. Scelsi allora la lingua araba, che imparai senza difficoltà e con successo, e feci anche un tirocinio in un paese arabo. A contatto con gli arabi mi accorsi di quanto bisogno c’era tra loro di sentire parlare di Gesù. Infatti sebbene nel Corano si parli di Gesù, essi non conoscono la potenza e l’amore del Cristo.

Dio mi stava indirizzando in modo inequivocabile verso la mia strada… ma questa è un’altra storia che racconterò la prossima volta.