Diceva poi a tutti: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la salverà. (Luca 9:23,24)
L’istinto naturale ci porta, in caso di pericolo, a metterci in salvo. Il ragionamento che Gesù mette in evidenza con queste parole “…chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la salverà”, pone tutti noi davanti a una scelta che riguarda la vita spirituale: vivere per noi o vivere per Dio. Se scegliamo la seconda allora è fondamentale e obbligatorio morire a se stessi.
Quest’espressione (morire a se stessi) equivale a “rinunciare a se stessi” e “portare ogni giorno la propria croce”.
“Gesù diceva a tutti” (v. 23), rivolgeva il suo invito a tutti escludendo così ogni genere di selezione. “Tutti” sta ad intendere che l’opportunità di seguire Gesù e, di conseguenza, fare esperienze di grande benedizione, è alla portata di tutti. Dio è buono perché ci interpella, ci coinvolge in un cammino spirituale e umano che cambierà qualcosa di quel “se stessi” e davvero ci sentiremo e saremo molto più vicino a Cristo.
Ma c’è una grande barriera da superare ed è proprio “se stessi”.
La croce rievoca l’esperienza della morte e dell’annullamento della persona. Il Maestro usa proprio questa parola che alle orecchie dei suoi contemporanei doveva aver suscitato sicuramente ribrezzo e ripudio. Verso i più avvezzi con le Sacre Scritture forse ricordava l’ammonimento della Legge: “maledetto chi è appeso al legno”. (Deuteronomio 21:23)
Chi può trovare soddisfazione nel portare sulle proprie spalle uno strumento di morte come la croce e per giunta della propria morte? Chi avrebbe voluto essere maledetto per amore del figlio del falegname? Gesù l’ha fatto per noi!
“Morire a se stessi” significa subire a volte il giudizio negativo di chi non farebbe la nostra stessa scelta.
Ci sono coniugi che decidono di rinunciare a molte delle loro pretese o diritti per far funzionare il matrimonio…
Altri che lo farebbero per amare chi non è amabile…
Altri ancora per amare gli ultimi e i dimenticati dalla società…
Altri per lasciare il buon profumo di Cristo ai propri colleghi o ai propri compagni di scuola…
Altri per recuperare soggetti che appaiono irrecuperabili per le scelte sbagliate che sono state fatte…
Altri per fare di tutto e con ogni mezzo la volontà di Dio…
Costoro fanno tutto ciò ”per amore del Signore”, non ci sono altre motivazioni o altri scopi, solamente perché amano Gesù.
Signore prendi il mio cuore e modellalo, fa che sappia fare la scelta giusta, fa che scelga di seguirti come tu richiedi…
Che il mio cuore sia compunto da questo invito di Gesù, che le Sue parole infrangano le mie barriere ostili, i miei “non ci riesco, non è facile” o “non me la sento”; che io sia compunto al punto da non poter più proseguire come ho fatto fin’ ora, fino al punto da porre una domanda che pretende una risposta esaustiva: Udite queste cose, essi furono compunti nel cuore, e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Fratelli, che dobbiamo fare?» (Atti 2:37)
Signore, ora rispondimi!