Il primo amore

Sono nonno da poco…

Da qualche mese sono diventato nonno! È stato un momento molto bello e la mia nipotina è bellissima! Però non avrei mai pensato che la piccola Eva fin da subito mi avrebbe insegnato qualcosa.

Ovviamente non parla ancora, ma il suo attaccamento verso la mamma mi ha veramente colpito!

In particolare il suo cercare con la manina la mamma anche quando, col pancino pieno di latte dorme beata, …ma appena la manina non trova la mamma …si mette a piangere! Non ha alcun reale bisogno fisico, ha mangiato, è pulita e stava dormendo …ma la manina non trova la mamma: per Eva la cosa più importante è sentirsi vicina alla mamma. Il suo bisogno primario è sentirsi “abbracciata”!

L’abbraccio di chi ama

Ho considerato allora in modo diverso l’invito che Gesù rivolge all’anziano della chiesa di Efeso:

“All’angelo della chiesa di Efeso scrivi: Queste cose dice colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d’ oro: Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono e che li hai trovati bugiardi. So che hai costanza, hai sopportato molte cose per amor del mio nome e non ti sei stancato. Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore. Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima; altrimenti verrò presto da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi” (Apocalisse 2:1-5).

Io ho sempre considerato il primo amore come un rapporto idilliaco, come potrebbe essere quello tra due fidanzati, come quello descritto nel Cantico dei Cantici; un sentimento vivo che portava a fare di tutto per compiacere l’amato/a. Mi sono quindi domandato che tipo di sentimento fosse quello che spingeva l’anziano di Efeso ad impegnarsi così tanto per portare avanti il compito affidatogli. Mi davo soprattutto una risposta …aveva imparato come si fanno le cose e si comportava nella giusta maniera, basandosi troppo sulle sue capacità acquisite nel tempo. Gesù però lo riprende!  So che il rapporto “sentimentale” tra due innamorati cambia nel tempo …matura e diventa forse più profondo, più dipendente l’uno dall’altra e viceversa. È proprio qui sta il punto centrale: che tipo di dipendenza ho verso Dio?

Madre e figlia

Considerando mia nipote mi è venuta in mente un esempio migliore di quello dei due fidanzati, per raffigurare l’amore che ci deve legare a Dio e si trova nel Salmo 131 …SIGNORE, il mio cuore non è orgoglioso e i miei occhi non sono alteri; non aspiro a cose troppo grandi e troppo alte per me. In verità   la anima mia è calma e tranquilla. Come un bimbo divezzato sul seno di sua madre, così è tranquilla in me la anima mia. O Israele, spera nel SIGNORE, ora e per sempre!

Mi sono soffermato sulla parola “divezzato” e le ho dato, per la prima volta, il giusto significato da vocabolario: divezzato è il bambino che ha smesso di cibarsi di latte ed è passato al cibo solido. Chissà perché io ero convinto che la scena raffigurasse un piccolo che, a pancia piena, si stringe beato alla sua mamma! Può cadere il mondo che lui sta lì, tranquillo e fiducioso! Considerando il comportamento di mia nipote ho dedotto come sia fondamentale per un neonato la sua mamma. Ma qui non abbiamo un lattante ma un bambino che comunque cerca rifugio nella mamma e sul suo seno sta beato! Il salmista qui ci dice che dobbiamo rifugiarci tra le braccia di Dio qualunque siano i desideri del nostro cuore (v. 1) e in qualunque necessità possiamo trovarci, godere la tranquillità di questo abbraccio (v. 2) e conclude spronandoci ad aver fiducia nel nostro Padre Celeste (v. 3).

Un legame d’amore

Tu ed io siamo incoraggiati a sperare nel Signore non solo quando non sappiamo come affrontare un problema o abbiamo qualche timore, ma tutti i giorni e in qualunque Suo incarico siamo impegnati, ricordandoci che ogni talento ci viene da Lui e che <Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla> (Giovanni 15:5).

La lezione di mia nipote per me è stata questa: Devo imparare a dipendere in tutto e per tutto dal Signore! Devo tornare a questo primo amore che, anche se basato su un sentimento che nel tempo può diventare più “maturo”, vuol dire soprattutto dipendere dal Signore e cercare sempre il Suo abbraccio. Come il piccolo sta sereno tra le braccia della mamma, così Israele è incoraggiato a trovare in Dio il proprio aiuto, la propria forza e il proprio tutto …insomma tornare al primo amore!

A quell’amore fiducioso tipico dei piccoli bambini, come quello che stava abbracciato alla sua mamma.

“In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli” (Matteo 18:3)