Quando l’amore di Dio ti cambia la vita

Atti 16:22-34

Da una triste situazione può nascere una bella storia. È quanto accaduto all’apostolo Paolo e a Sila nelle oscure e luride prigioni di Filippi. A causa di un’ingiustizia furono picchiati, feriti e messi in carcere, nella cella più sotterranea con i ceppi ai piedi, fianco a fianco con i detenuti, dei criminali, la razza più abietta e rigettata della società.

Proviamo ad immaginare quali pensieri hanno attraversato la mente di Paolo e Sila: “Eppure Dio mi ha parlato con una visione, un macedone mi ha chiesto soccorso e noi ci siamo precipitati qui.. Lidia e alcune donne si sono convertite, una donna posseduta è stata liberata, ma è tutto qui quello che Dio farà in questo luogo? Abbiamo capito bene la volontà del Signore? “. (Atti 16:9; 13-15; 18)

Dentro la prigione iniziò una bella storia. Gli apostoli erano feriti e doloranti, ma innalzarono dei canti, significa che erano fiduciosi nel Signore, sapevano di non aver sbagliato a capire la volontà di Dio, dovevano imparare ad andare fino in fondo nella volontà di Dio, allora avrebbero visto grandi risultati. A Filippi nacque una delle chiese fondate da Paolo più generose e gioiose del Nuovo Testamento.

  • A volte comprendiamo la volontà di Dio, ma non abbiamo il coraggio di andare fino in fondo. Lc 9:62

 

I cantici e le preghiere di Paolo e Sila

Doveva essere una dolce melodia quella che i carcerati udivano. Le parole ricordavano le qualità assolute di Dio, le Sue promesse e l’opera di Gesù alla croce. Canti di speranza, verità e libertà.

Le più belle storie Dio le scrive nei momenti più tragici della nostra vita. Nessuno aveva fiducia nei detenuti, nessuno avrebbe mai pensato che anche a loro era giunto il Regno di Dio. In quella triste vita Dio li raggiunse con la Sua luce, la luce dell’amore. I carcerati, infatti, li “ascoltavano”. Questo termine si traduce: “ascoltavano attentamente”. Nessuno di loro si permise di schernire Paolo e Sila, nessuno li offese, i detenuti erano uomini stanchi, distrutti dai loro peccati, disperati, avevano bisogno di amore e di compassione.

Beato chi sa ascoltare attentamente l’Evangelo di Cristo. Giacomo1:21-24

Dio rispose subito a tutti quei cuori che si stavano aprendo alla Parola di Dio, un terremoto scosse le prigioni, si aprirono le porte e la catene si staccarono dalle mura, erano tutti liberi. Tutti avevano l’opportunità di fuggire, di provare a nascondersi in qualche luogo e iniziare una latitanza, piuttosto che marcire dentro un carcere, dimenticati da tutti. Ma a sorpresa, nessuno scappò, neppure uno; v.28

Cosa sarà successo? Quegli uomini avevano sperimentato qualcosa di più grande, non una momentanea e precaria libertà, ma la vera libertà, le catene del peccato furono spezzate da Gesù quella notte e non erano più gente di cui non fidarsi, tutt’altro, di loro si poteva avere fiducia, perché erano cambiati veramente. Lo dimostra che non fuggirono, quale pregiudicato avrebbe mai rinunciato a una simile occasione? Quando Dio opera cambia le vite e Lui è il primo che ha fiducia in noi. 1 Tm 1:12,13

 

Il carceriere

Anche lui, come usavano fare i romani quando assegnavano a qualcuno un incarico di sorvegliate delle prigioni, era uno dei peggiori esemplari di uomini nella società, forse un ex carcerato. Dio è stato buono con lui impedendogli di togliersi la vita, ma non solo:

  • chiese cosa doveva fare per essere salvato, capì che la sua vita doveva cambiare, aveva bisogno di quel Gesù che i discepoli avevano annunziato tramite i cantici e le preghiere. Quando l’amore di Dio ci tocca desideriamo cambiare vita. Salmo 51:2-10
  • La promessa e la profezia della Parola di Dio: credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia; At 16:31
  • Paolo e Sila non si preoccupavano delle loro ferite e dei loro dolori, prima volevano annunziare la Parola al povero carceriere e a tutta la sua famiglia; v.32
  • Il carceriere che non era certo abituato a gesti di amore e misericordia verso gli altri, lavò le piaghe dei discepoli;
  • poi fu battezzato con tutta la famiglia e si rallegrava perché aveva creduto in Dio. La vera gioia proviene dalla conoscenza del Signore Gesù.

 

Quando Dio ti tocca con il Suo amore allora tutto cambia, si apre il cielo, trovi la vera speranza, la speranza di gloria che ti porterà nel Suo Regno alla presenza di Gesù per l’eternità. Scopri che non sei solo, che sei prezioso, che Dio vuole essere il tuo pastore, Colui che ti prende per mano e si cura di te tutti i giorni fino alla fine. Isaia 43:4a; Matteo 28:20b