Una preghiera che cambia la vita

“Dà dunque al tuo servo un cuore intelligente perché io possa amministrare la giustizia per il tuo popolo e discernere il bene dal male; perché chi mai potrebbe amministrare la giustizia per questo tuo popolo che è così numeroso?” (1Re 3:9)

La preghiera appena letta è di Salomone. Era giovane, da poco tempo era diventato re, e davanti a sé aveva un popolo da guidare. Nel suo cuore c’era un forte bisogno che diventerà preghiera. E quando nel cuore c’è sincerità e desiderio di trovare risposte da Dio, Egli esaudisce e risponde. In questa preghiera c’è tutta l’umiltà e la fede necessaria per ricevere da Dio. Quelle che seguono sono alcune considerazioni su questa importante preghiera capace di cambiare una vita.

Chi mai potrebbe amministrare la giustizia? In altre parole Salomone chiede: io non sono capace di governare un popolo. Dio Aiutami!

 

Gioventù e capacità

Abbiamo detto che Salomone era giovane. Ma gioventù fa rima con mancanza di esperienza, non con incapacità. Un giovane può sbagliare per inesperienza, ma può anche diventare capace se ha voglia di imparare. Questa preghiera ci fa capire che con Dio possiamo essere capaci di affrontare tutte le nuove situazioni che la vita presenta. Con l’umiltà e l’entusiasmo il giovane può farcela! Questo vale anche per le nuove generazioni presenti nelle nostre chiese e nelle nostre famiglie! Essi vanno incoraggiati, stimolati, controllando che siano fedeli agli incarichi piccoli o grandi (oltretutto il Salomone giovane sarà meglio del Salomone vecchio!)

 

Potere e responsabilità

Diventare re significava assumere potere e responsabilità. Salomone poteva opprimere e liberare. Fare del bene o del male. Era diventato re, stava sopra tutti ma si considerava servo (…dà dunque al tuo servo v.9).

Dovremmo sempre ricordare, come fece Salomone, che c’è Uno sopra di noi. È fondamentale! Quando pensi che sopra di te non c’è nessuno, o comunque non ti comporti con rispetto, quando pensi che non devi rispondere a nessuno delle tue azioni, prima o poi verrai meno e non troverai nessuno a rialzarti. Solo quando consideri che hai qualcuno sopra di te, allora, guida, protezione e soccorso saranno una garanzia per te.

Senza Uno sopra di noi, ci sembrerà di essere liberi, ma saremo soli e vulnerabili. Quando Adamo e Caino hanno smesso di avere Uno sopra di loro, sono cominciati i guai che tutti conosciamo.

Ogni individuo possiede una sua unicità e libertà ma nessuno è esente da errori, ecco perché avere uno sopra di noi è garanzia di istruzione, educazione, verifica, correzione; e l’umiltà è la condizione migliore per assumere responsabilità. Salomone era re ma si considerava servo (uno che sta sotto).

Il timore del SIGNORE è il principio della scienza (Prov 1:7). Timore del Signore significa sapere che c’è Uno sopra di noi al quale dobbiamo render conto delle nostre azioni. Questo concetto di autorità è stabilito da Dio anche nelle relazioni della società. Pensiamo alla famiglia, la chiesa, la società civile, il mondo del lavoro.

Paolo dà queste istruzioni ai Romani nel capitolo tredici: Ogni persona stia sottomessa alle autorità superiori; perché non vi è autorità se non da Dio; e le autorità che esistono sono stabilite da Dio (leggi anche 1 Tim. 2:1-2,12; 1 Piet. 2:13-17; Tito 3.1).

Oltre a Dio, c’è sempre uno sopra di noi al quale rendere conto. I figli ai genitori, la moglie al marito, il marito a Cristo, i credenti di una comunità agli anziani e pastori, i pastori alla chiesa e agli altri pastori, e ognuno comunque dipende da Dio che è sopra tutti. Gesù non fu escluso da questa scala e la sua vita fu vissuta in perfetta sottomissione d’amore alla volontà del Padre suo. Questa dipendenza è una libera scelta d’amore, ed è garanzia che non siamo soli e abbandonati.

Purtroppo vediamo tante persone che esercitano male il loro ufficio, abusando del potere. Padri, governanti, imprenditori, genitori, insegnanti, religiosi, vengono meno al loro ruolo a causa della mancanza del timore di Dio. Spesso non comprendono appieno l’importanza del loro ruolo, oppure sono vinti dall’egoismo, e sempre, quelli che abusano del potere sono persone che non chiedono aiuto a Dio per diventare capaci e responsabili nel ruolo assunto.

Dobbiamo perciò pregare per i governanti, ma anche per i padri e i genitori delle nostre chiese, per gli anziani e pastori, per gli insegnanti delle nostre chiese e scuole domenicali affinchè svolgano il loro ruolo con coscienza, amore e umiltà, col cuore di servo responsabile.

 

Esempio che contagia

Ogni individuo possiede la sua unicità e libertà ma questa è sempre collegata agli altri. Salomone sapeva bene che le sue azioni avrebbero esercitato un’influenza su tutto il popolo, perciò prega per esercitare bene il suo potere ed essere una buona guida.

Anche se non abbiamo un incarico simile, anche per noi esistono momenti e scelte che sono importanti e che possono cambiare la nostra vita e quella degli altri. Pensiamo alla famiglia: se siamo rispettosi del coniuge, i figli rispetteranno i genitori. Se siamo ubbidienti ci sarà pace, se non siamo opprimenti ci sarà serenità, se sappiamo guidare con il consiglio, l’esempio e la preghiera, i figli saranno felici, ecc.

Se viviamo la nostra fede con umiltà, responsabilità, disponibilità, semplicità, qualunque sia in nostro ruolo nella chiesa e nella società, noi possiamo essere una grande benedizione per quelli accanto a noi.

 

Un cuore intelligente

Salomone chiese a Dio un cuore intelligente perchè tutti attendevano dal re le decisioni giuste. Tutti guardavano a lui, pronti anche a fare confronti con il suo predecessore illustre e amato: Davide.

Un cuore intelligente è un cuore umile, attento, che si informa, si documenta, si aggiorna ed è pronto a ricevere il consiglio di Dio, pronto a ubbidire, pronto a prendere decisioni importanti.

Questa intelligenza capace di scrutare la vita e Dio stesso, saprà poi cogliere le soluzioni ai problemi che si presentano. Essa è un dono che Dio fa a quanti Lo cercano con tutto il loro cuore.

“Il SIGNORE infatti dà la saggezza; dalla sua bocca provengono la scienza e l’intelligenza” (Prov. 2:6).

Se leggiamo il capitolo seguente abbiamo traccia della risposta di Dio alla preghiera del suo servo, quando Salomone risolve una contesa (le due donne col figlio da “tagliare a metà”). Fino a che Salomone ebbe il timore di Dio vivrà una vita felice, accompagnato dalla sapienza donatagli da Dio. Possiamo dire che Dio risponde, e se noi siamo con Lui, Lui sarà con noi.

 

Discernere il bene e il male

Molti re dell’antichità potevano legiferare e decidere cosa fosse giusto o sbagliato. Ma la Bibbia ci fa capire che la verità e la giustizia non sono nell’uomo. Solo il Creatore del cielo e della terra, che dà la vita agli uomini è in grado di stabilire cosa è giusto e cosa non è giusto. Dio ha scritto questa legge nella coscienza, ma perché non fosse modificata dal cuore dell’uomo l’ha rivelata nella Parola scritta. La legge prima, completata dagli insegnamenti del Cristo, costituiscono l’unica regola autorevole che può guidare la nostra condotta.

Che il Signore ci dia un cuore attento ed esercitato a discernere il bene e il male, senza pregiudizi, senza favoritismi, senza egoismi, per agire con amore tutti i giorni della nostra vita verso tutti, a cominciare da quelli che ci sono più vicini.

Come ci stiamo comportando in famiglia? Nella chiesa? Al lavoro? È sempre colpa degli altri o sappiamo prenderci le nostre responsabilità? Come reagiamo a un torto subito? Se vogliamo cambiare la nostra vita in meglio, meglio fare nostra la preghiera di Salomone!

2 Timoteo 3:16-17: “Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona”