Una questione d’amore
Cari lettori, è con gioia che desideriamo condividere quanto avvenuto nella nostra comunità il 19 Ottobre 2025. Abbiamo celebrato un culto di battesimi, undici neofiti hanno espresso pubblicamente la loro Fede in Gesù. Condividiamo con voi le riflessioni che ci hanno accompagnato in questo giorno di festa.
“Figlio mio, dammi il tuo cuore” — (Proverbi 23:26)
In tutta la Scrittura, il cuore dell’uomo è ciò che Dio desidera di più. Non le nostre opere, non i nostri sacrifici, ma il nostro amore sincero. È una questione d’amore.
La gioia di Dio
In Isaia 62:5 leggiamo:
“Come la sposa è la gioia dello sposo, così tu sarai la gioia del tuo Dio.”
Queste parole del profeta Isaia sono un messaggio di incoraggiamento e di speranza. Egli annuncia una promessa: Dio interverrà, restaurerà, si compiacerà del suo popolo. Anche se Isaia parlava al futuro, per chi oggi conosce Gesù, quelle parole sono attualità viva.
Isaia, uomo di nobili origini e di animo poetico, usa immagini profonde per descrivere la relazione tra Dio e l’uomo: quella dello sposo e della sposa. È un paragone intimo e tenero, che ci invita a comprendere che il nostro legame con Dio è prima di tutto una relazione d’amore.
Un amore che non si spegne
Il Cantico dei Cantici dice:
“Se uno desse tutti i beni di casa sua in cambio dell’amore, sarebbe disprezzato.” (Cantico 8:7)
Così è l’amore di Dio: inestimabile, impossibile da comprare o da misurare. Non esiste ricchezza umana che possa sostituirlo, perché l’amore vero — quello che viene da Dio — non si conquista con lo sforzo ma si riceve come dono.
Dio non ci chiede ricchezze né gesti grandiosi, ma ci sussurra: “Figlio mio, dammi il tuo cuore.” L’amore, nella Bibbia, è l’opposto dell’egoismo. È un dono di sé.
“Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio.” (Giovanni 3:16). Ecco la misura del Suo amore.
Come Giacobbe che servì sette anni per Rachele, e gli parvero pochi giorni per il suo amore verso di lei (Genesi 29:20), così dovrebbe essere il nostro cammino con Dio: un amore che rende leggero ogni sacrificio, perché nasce dal cuore.
Ritornare al primo amore
Dio ci chiama sempre a tornare al primo amore — a quella semplicità e freschezza di chi Lo ha incontrato per la prima volta. Quando il cuore si riempie di Lui, tutto il resto trova il suo posto.
La gioia di appartenere a Dio
Isaia ci ricorda anche un’altra verità dolcissima: “Tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato, e io ti amo.” (Isaia 43:4)
Siamo la gioia di Dio.
E quando comprendiamo questo, anche la nostra autostima spirituale cambia: non perché valiamo per ciò che facciamo, ma perché apparteniamo a Lui.
C’è festa in cielo per ogni peccatore che si ravvede, e Dio stesso esulta per noi. Vivere nella gioia, allora, non dipende dalle circostanze, ma dalla presenza di Cristo in noi. Il motivo della nostra gioia è sapere che Gesù ci ha dato la vittoria, che Dio è sempre con noi, e che nulla potrà separarci dal Suo amore.
Una relazione esclusiva
Come in un matrimonio, anche la nostra relazione con Dio è una dichiarazione pubblica e un cammino di fedeltà.
Dio è un Dio geloso, non perché è possessivo, ma perché ci ama con un amore indiviso. Il nostro cuore non può essere spartito tra Dio e ciò che ci allontana da Lui.
Il matrimonio è un riflesso di questo mistero: testimonia al mondo la fedeltà e la serietà del legame tra Dio e il Suo popolo.
In conclusione, tutto ci riconduce a questo: una questione d’amore. Dio non vuole la perfezione, ma un cuore disposto. E quando Gli doniamo il nostro cuore, scopriamo che in realtà è Lui a donarsi a noi — con una gioia che non si esaurisce e un amore che non si spegne mai.
Maria José Garcia
