Dal grembo alla nuova nascita: riconoscere la voce del Padre

L’ascolto che comincia prima della nascita

Nasciamo con il bisogno di relazionarci; anzi, le nostre prime interazioni sociali avvengono già prima della nascita. All’interno dell’utero materno siamo in grado di ascoltare voci e di familiarizzare con i suoni che ci circondano.

È stato dimostrato che l’esposizione prenatale alla voce materna può avere un effetto calmante sul neonato dopo la nascita [studio di Lang, Del Giudice e Schabus (2020)].
I feti esposti quotidianamente, dalla 34ª settimana di gestazione in poi, a una filastrocca recitata dalla madre, reagiscono dopo la nascita a quello stesso stimolo con un effetto distensivo: trascorrono più tempo in sonno profondo, mostrano una frequenza cardiaca più bassa e meno stati di veglia rispetto ai neonati che non avevano ricevuto la stessa stimolazione prenatale.

Questi risultati suggeriscono che già nel grembo materno avviene una forma di apprendimento fetale, grazie alla quale il neonato riconosce e risponde in modo più sereno a stimoli sonori familiari.

Riconoscere la voce del Padre

Come il neonato riconosce la voce della madre che ha ascoltato nel grembo e si calma al sentirla di nuovo, anche il credente è chiamato a riconoscere la voce del Padre e a trovarvi pace e sicurezza.

“Le pecore ascoltano la sua voce; egli chiama le sue pecore per nome e le conduce fuori. […] le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce.”
(Giovanni 10:3-4)

Nella Bibbia, Gesù è descritto come il Buon Pastore, colui che ha cura del proprio gregge. Al suo gregge appartengono coloro che ascoltano la sua voce e credono in Lui, mandato dal Padre.

La nuova nascita: una nascita spirituale

I seguaci di Gesù sperimentano una nuova nascita: non si tratta di una nascita naturale, che richiede di entrare nuovamente nel grembo materno, ma di una nascita spirituale, che avviene per fede in Gesù, il Figlio di Dio.

Per entrare a far parte del gregge del Buon Pastore, occorre nascere di nuovo, come insegna Gesù nel Vangelo. In questo contesto diventa ancora più significativo scoprire che, già prima di nascere, i bambini iniziano a riconoscere e a familiarizzare con una voce esterna: una voce alla quale non possono ancora associare un volto, ma dalla quale traggono comunque consolazione.

Allo stesso modo, anche noi impariamo a conoscere il Padre non attraverso la vista, ma attraverso la Sua voce e la presenza di Gesù, che ce lo ha fatto conoscere.

“Dio nessuno l’ha mai visto; l’unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è quello che l’ha fatto conoscere.”
(Giovanni 1:18)

Riconoscere la voce del Creatore

I credenti sono chiamati a familiarizzare con le parole lasciate dal Padre nella Bibbia e a trovare in esse conforto. Come il bambino nel grembo si abitua alla voce della madre, così il cuore che dimora nella Parola impara a riconoscere la voce del suo Creatore.

Dal grembo alla nuova nascita — e per tutta la vita — siamo chiamati all’ascolto. Possiamo imparare a riconoscere la voce del Padre, che continua a parlarci oggi attraverso la Sua Parola e mediante lo Spirito Santo.

La voce che porta pace

Impariamo a riconoscere la Sua voce, seguirla e fidarci di essa, perché in quella voce ritroviamo pace.

“Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti.”
(Giovanni 14:25-27)

 Beatriz Garcia